Avete mai visto una balena perdersi nell'oceano? No, le basta l'istinto. Lo stesso istinto che continua a guidare lo spirito di Verdiana Raw
Sono passati quattro anni da “Metaxy”, il suo disco di esordio. Che nella attuale e bulimica era (discografica) possono paragonarsi a un’eternità. In realtà, Verdiana Raw, al secolo Verdiana Maria Dolce, non si è fermata nemmeno un momento. Viaggi, performance teatrali, studi di musicoterapia, incontri. Fondamentali quelli con il bassista Paolo Favati, già nella line-up dei Pankow, e con la violista Erika Giansanti che, assieme a Antonio Bacchi alle chitarre e a Fabio Chiari alla batteria, hanno contribuito a mettere in circolo forma e sostanza di “Whales know the route”.
Un album nato partendo da altre idee, retto da coordinate diverse da quelle applicate in precedenza. Se “Metaxy” può essere considerato un lavoro per certi versi minimale, quasi neo classico, sorretto per lo più (ma non solo) dal suono del pianoforte e da una vocalità in bilico tra ricerca sperimentale e onirismo, “Whales know the route”, pur non rinnegando il passato, prova, riuscendoci, a fare un passo in avanti. Ma se la forma canzone ora trova uno spazio più consistente, l’istinto continua a giocare una parte fondamentale all’interno della cifra stilistica della musicista toscana. Che sorprende tutti con un’opener, “Time is circular”, da heavy rotation radiofonica (anche Elizabeth Fraser applaudirebbe convinta), per poi adagiarsi a suoni più cupi come quelli di “Behind that ballerina dream” o “Planets”, non disdegnando la potenzialità di una voce in grado di muoversi in qualsiasi direzione (ascoltare la title-track per credere), anche tra canzoni sottili come “Saturnine hopes” o “Durme durme”. Funziona tutto grazie all’interazione pressoché perfetta tra strumenti a corda e piano, non c’è problema nemmeno quando si decide di attaccare la spina (a proposito, “On the road to Thelema” non ricorda un po’ i Massimo Volume?), merito di arrangiamenti stratificati che sono riusciti a mettere in risalto le non indifferenti doti vocali di Verdiana Raw e quelle, anch’esse notevoli, dei musicisti coinvolti nell’operazione.
A ben vedere, la metafora della balena che sa sempre dove andare non è stata usata in modo peregrino. E poi, diciamolo, non si è mai vista una balena perdersi tra le onde degli oceani: le basta seguire l’istinto. Lo stesso istinto che continua a guidare lo spirito di Verdiana Raw.
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La recensione Whales know the route di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-09-30 10:00:00
COMMENTI (1)
Bellissimo disco