Di certo non soffriranno l'ansia da prima volta i Titor, ed a quattro anni di distanza dal long play “Rock is back” danno alle stampe “L'ultimo”, una produzione INRI-Metatron.
Nove tracce che suonano rock dalla forte attitudine punk (su ambo i versanti testuali e musicali): la radicale influenza hardcore della band è mitigata attraverso scelte dirette alla riflessività esistenziale finalizzata alla narrazione di storie personali.
L'apertura è affidata ad “AL.D.LA”, manifesto musicale che scopre le carte dei musicisti torinesi: ritmiche ossessive, chitarre robuste e la giusta orecchiabilità nei ritornelli; con “Je M'Accuse!” si disegna un ponte ideale fra l'Italia e la Francia, precisamente Parigi: la capitale d'oltralpe è infatti residenza del frontman Sabino Pace che, nonostante la distanza geografica, ha sviluppato con sapienza il proprio contributo per la prova studio. Degno di particolare nota è “Novecentonovantanove”, brano cupo che apre un discorso post-punk prima di catalizzare l'ennesimo refrain, sofferto e intriso di fascinazione per i timpani dell'ascoltatore. L'ascolto procede coerente sino a culminare in “Come-Copie-Di-Copie”, brano che affronta la ridondanza degli stereotipi e della produzione in serie, degno congedo della mezz'ora abbondante di musica inedita proposta.
L'ultimo disco pubblicato dai Titor ha il giusto tiro ed è suonato per davvero: abbiamo fra le mani un prodotto esplosivo che conferma i segnali postivi intravisti nella precedente opera studio; avanti così.
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