ciò che Gaben si pone di fare è aprire gli occhi all'ascoltatore mostrando il mondo per quello che è, senza i veli illusori dell'ipocrisia
Ascoltando "Vado" sembra di tornare negli anni '90 quando i Bluvertigo si presentavano, almeno in Italia, con una "nuova" musica. Il nuovo album di Gaben, sotto questo punto di vista può essere considerato un prolungamento di quegli anni che ci porta a guardare il presente con gli occhi di un quarantenne che ormai ha una visione della realtà, sia interiore che esteriore, lucida e consolidata. Alla fine "Vado" è proprio questo: trattare questioni fortemente attuali, come il senso di inquietudine dell'uomo moderno, partendo da se stessi o come direbbe qualche filosofo, partendo dal particolare per arrivare al generale. Qualcuno potrebbe recriminarmi il fatto di essere troppo profondo, ma come non lo si può essere di fronte ad un lavoro, come quello di Gaben, in cui i brani hanno una melodia statica e circoscritta e testi criptici dove i versi sembrano susseguirsi senza logica? Beh, se ascoltando i brani pensate "ma che ca**o significa?" vuol dire che state sbagliando prospettiva: la chiave d'accesso che vi porterà a comprendere l'album è quella del simbolismo; mi spiego: con simbolismo non intendo dire che ascoltando "Vado" entrerete in un mondo mistico o che vi sembrerà di essere su un pianeta sconosciuto, anzi tutto il contrario, il basso distorto e la chitarra elettrica insieme alle sonorità elettroniche, ci portano in un luogo ben preciso ovvero quello del presente, tetro, pieno di incertezze o come direbbe lo stesso Gaben, dove è "Tutto strano", "Tutto (apparentemente) gratis" o dove sembra andare "Tutto liscio". Questo luogo dunque è fatto di simboli come la tua spesa, la bistecca, la tua testa ("Niente Paura") , incidente tra continenti / il legno flessibile non si spezza ("Buongiorno"), che acquistano un senso quando si giunge al ritornello.
In definitiva, ciò che Gaben si pone di fare è aprire gli occhi all'ascoltatore mostrando il mondo per quello che è, senza i veli illusori dell'ipocrisia.
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La recensione Vado di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-05-31 00:00:00
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