Il self-titled Flying Elephant Circus è il tentativo di fuga da una cella mentale che imprigiona e tormenta chi è rimasto scottato dall’amore e ripercorre strade che fanno pensare agli Eagles Of Death Metal ed ai White Stripes.
Flying Elephant Circus è il tentativo di fuga da una cella mentale che imprigiona e tormenta chi è rimasto scottato dall’amore, ripercorrendo strade che fanno pensare agli Eagles Of Death Metal ed ai White Stripes.
Già dalla prima traccia il collegamento a questi nomi viene naturale, naturale come il richiamo ad un fantomatico spezzone di un film girato in una Londra affollata alle cinque del pomeriggio di una giornata soleggiata, con i protagonisti che corrono per la città in balia della propria follia sollecitata da qualche droga. Le immagini che finiscono col popolare la mente hanno i contorni nitidi ed i colori leggermente ambrati, come la classica scena in cui il protagonista del suddetto ipotetico film è proiettato in un flashback. Una scena retrospettiva che continua a scorrere anche nel secondo brano, impietriti difronte al passato ed al suo suono, la rievocazione di un trascorso le cui ferite non si sono ancora rimarginate e continuano a bruciare, lasciando un po’ di malinconia in bocca, il che rende il brano struggente. Ciò che si può assaporare ascoltando l’album è quella dolceamara contrapposizione tra nostalgia e rabbia per una storia che non è andata a buon fine. Sentimenti che sono nati grazie, ma anche per colpa di Eleonoire, la forza motrice di questo suono.
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La recensione Flying Elephants Circus di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-06-16 00:00:00
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