Alfre D’ torna con “Sassi nelle scarpe vol.2”: un disco tecnico, inquieto e piacevolmente nostalgico di sfoghi e riflessioni in metrica psichedelica.
“Scrivo perché mi va. Rappo perché mi va”. Essenziale, lucido, trasparente. È così che si presenta Alfre D’, classe ’90, nella vita e nella musica. Non è agli esordi, però, visto che ha già all’attivo alcuni lavori, tra cui il predecessore di questo “Sassi nelle scarpe vol.2”, un progetto di slam poetry e rap con il poeta Andrea Soleri, e un disco con il suo collettivo Chimera. E infatti, la differenza si sente con il volume uno, rispetto al quale è molto più sicuro nello stile ma sempre determinato sui temi.
Dritto al sodo, Alfre D’ riflette su diversi punti, sulle condizioni in cui riversiamo, una povertà culturale disarmante che ci costringe a farci da parte, isolarci e combattere per noi stessi, senza però farci abbattere o spingerci a demordere (“Pugni su”). Nello stesso tempo, in un clima come questo, comprendiamo anche quanto sia importante il valore della condivisione tra le persone, resistere alle criticità della vita puntando sulla nostra arma più forte: l’amore (“Solo l’insieme”). Non mancano temi più rilassati con il lieve retrogusto del diss come in “Chiamami Giovedì”, brano decisamente diverso dal resto del disco sia per lo stile che per i contenuti, l’unico sostenuto da una base trap.
Sicura e non contestabile influenza bassimaestrana, a tratti anche e-greeniana nell’area lyrics, su metrica e timbro vocale. Un salto indietro nel tempo nei ’90 delle storie di vinili, che mescolato con la terminologia ricercata e gli ottimi giochi ed incastri di rime (“Lupo solitario” una per tutti) rende il tutto felicemente fruibile per un orecchio nostalgico.
Ritornelli sì, ma non banali, costruiti per suonare bene e con un significato.
Nell’area produzione, si affiancano al progetto i soci Geema e Dj Stamba, il primo dei quali presenzia anche come MC in “Per l’eternità”. Il ritmo è pacato ma incisivo, al gusto di rara sopravvivenza dell’ipnotico bum-cha, interrotto da pochi ma essenziali sample, ben scelti. Sui pezzi più significativi, è ridotto ai minimi termini per dare più volume al concetto espresso in rima (“Alla strada”).
Atmosfera di stupore, attesa, attenzione e malinconia, nell’ascolto di un disco che si fa rispettare per i giochi in metrica e il livello di flow, espressi senza paura, come un funambolo in bilico sul beat.
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La recensione Sassi nelle scarpe vol.2 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-07-11 00:00:00
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