Orsi si nasce, produttori si diventa. Il bell'esordio di un selezionatore di suoni che fa il verso meno aggressivo della giungla.
Essere un orso è una scelta difficile, devi affrontare la diffidenza di chi ti vede arrivare e ha paura. Se non sei bimbo sai che gli orsi possono essere molto pericolosi e aggressivi, Di Caprio lo sa. Be a Bear però dell'orso aggressivo ha solo la maschera, al suo interno nasconde mondi leggeri e tutt'atro che spaventosi, incarna viaggi liberi e senza confini, parla con i colori e fa un verso davvero figo.
"Push-e-bah" è il titolo del primo disco di Filippo Zironi, un ex chitarrista ska-punk che ha deciso di infilarsi la maschera dell'orso non per nascondersi ma per lasciare spazio all'immaginazione. Avvolgente ed evocativo, l'esodio di Be a Bear richiama alla mente le visionarie scarne melodie dei Kraftwerk ma stando bene alla larga dalla severità tutonica di cui sono piene, brani come "Mr. Mobbie" e "Accelerate 7.0" sono piccole suite di suoni ipnotici che partono minimali e poi sollevano da terra. Tanto di questo disco è campionato da rumori catturati dalla vita quotidiana, "Striplife" ne è l'esempio, ma anche "My Lullaby" che contiene il featuring di Bianca, ossia una neonata il cui vagito è opportunamente sezionato e montato per estrarne un mosaico vocale da appoggiare sul beat forse più caldo dell'intera tracklist e su qualche accordo di elettrica. In "Time" il rimando a Cosmo è inevitabile, mentre gli Hot Chip spuntano in "Back in the days" e addirittura i Massive Attack in "A slow parade", per dire che le sonorità non mancano certo di ispirazione.
L'orso bolognese, operaio della sintesi musicale, riesce con questo disco ad unire il remoto con il vicinissimo, e a renderlo un'unica cosa. Fare musica prettamente strumentale è un duro lavoro, servono abilità magiche più che tecniche, per incollare l'ascoltatore alle tue canzoni devi metterci dentro qualche sostanza allucinogena o una frequenza di vibrazione che arrivi a toccare determinate corde interiori, oppure devi avere fortuna.
Be a Bear ha costruito la propria arca e sta pian piano portando in salvo dal diluvio di testi insignificanti chi lo ascolta, solo musica puramente elettronica per cullarsi fino a chissà quale deserto o palazzina metropolitana. Un bel disco questo, saturo di buoni impulsi che si avvertono anche solo tenendolo di sottofondo. Chissà se è stato veramente fatto tutto solo con un Iphone.
---
La recensione Push-e-bah di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-06-14 10:00:00
COMMENTI