Tre canzoni degli Afterhours. A volte basta poco per tornare ad emozionarsi ancor prima di accendere lo stereo. Peccato che in questo caso la sensazione di euforia svanisca dopo poche note. Forse è colpa delle aspettative che da sempre nascono attorno al loro nome, ma questo "Gioia e Rivoluzione" non lascia neanche un graffio. Vero è che non si tratta di un disco ma di un piccolo episodio a supporto del film "Lavorare con lentezza", che vede gli Afterhours interpretare gli Area alla rivoltosa festicciola organizzata da Radio Alice, l'emittente indipendente bolognese degli anni '70 attorno a cui ruota il plot dell'ultima fatica del regista Guido Chiesa. Resta il fatto che la cover di "Gioia e rivoluzione" non è bella. Per niente. Perchè manca l'ispirazione di una libera interpretazione.
Manuel Agnelli è chiamato a recitare, rappresentando un personaggio troppo grande per chiunque. Costretto a muoversi con credibilità in un pezzo di storia, restando attore in un film nella parte di Demetrio Stratos. "La fantasia distruggerà il potere ed una risata vi seppellirà". Qui manca la fantasia. Il risultato è un'imitazione che non emoziona. Buona per la pellicola che deve accompagnare. Niente altro.
Completano l'ascolto altre due cover. La prima è già nota a chi ha frequentato i concerti. A qualcuno lascia la pelle d'oca. Io resto convinto che permettersi di toccare "La Canzone di Marinella" sia come pretendere di fare l'amore dentro San Pietro. Certo, Manuel Agnelli riesce quantomeno a non farsi scomunicare e gli Afterhours fanno tutto sommato buona figura, ma De Andrè non sarà affatto contento.
A chiudere il piccolo cd, un brano a cui restano aggrappati tanti ricordi. Una vecchia fotografia degli Afterhours d'altri tempi. Quelli più grezzi e ingenui di "Pop Kill Your Soul". Ad ascoltarla oggi "La canzone popolare" di Fossati suona piacevolmente vecchia, grezza e approssimativa. Perfettamente riuscita. Entusiasmante, ancora adesso, nonostante tutta la polvere e l'inadeguatezza.
Un piccolo cd da possedere solo se siete schiavi di quel feticismo emotivo che vi costringe a rastrellare tutti i frammenti di chi vi ha regalato momenti importanti con la sua Musica. Gli Afterhours non avevano bisogno di questo EP e probabilmente non è indispensabile neanche a voi. Ma certe cose vanno conservate solo per il gusto di sapere che stanno lì. Adesso aspettiamo un loro disco. Bello però. Anzi bellissimo. Ce n'è proprio bisogno.
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La recensione Gioia e rivoluzione (single) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-10-04 00:00:00
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