Un primo passo da solista ricco e consapevole per Verano
Fare il grande salto non è mai facile e, soprattutto quando si è abituati alla pluralità, imparare a camminare sulle proprie gambe potrebbe comportare una significativa variazione di spazi e intenzioni. La storia di Verano parte dal gruppo per arrivare al singolo: forgiata da anni di palchi calcati insieme ad Intercity e L'Officina della Camomilla, ha vissuto questo cambiamento come evoluzione, una spinta naturale e coraggiosa che l'ha portata a dedicarsi ad un progetto solo suo.
Il primo lavoro solista di Anna Viganò è tanto cupo e realista nel modo di fotografare la vita, quanto chiaro e avvolgente nella resa finale. La lucida scrittura di Verano si muove con consapevolezza, portando le prove concrete che esistono sempre vie di mezzo tra il bianco ed il nero. Il disco fonde, facendo percepire i vari livelli sonori come perfettamente amalgamati, pop arioso, sfumature elettroniche old style e cantautorato. Questo raffinato racconto musicale, realizzato sotto la supervisione di Paletti – che ne ha curato la produzione e ha anche partecipato ad un brano (“Vivere di noia basterà”) - diventa, in qualche modo, liberazione.
In “Cielo su Milano”, l'apertura, le venature electro-dark di synth e tastiere si arricchiscono di gradazioni intermedie e più leggere, in un continuo alternarsi tra disillusione, positività e frenesia, per raccontare una città che è sempre la stessa ma è anche, ogni giorno, diversa. Canzone dopo canzone, per Verano il malessere si trasforma in qualcosa da cui allontanarsi consapevolmente prima che diventi vulnerabilità (“Ginger e Fred”), un interlocutore al quale rivolgersi per poi cercare di cacciarlo via con le proprie forze (“Non esisti mai” e “Nevada”). Non serve arrabbiarsi perché si sa, il lieto fine nella vita vera non esiste.
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La recensione Verano di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-05-25 10:00:00
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