Tra qualche passaggio a vuoto e intuizioni sopra la media, si innerva una produzione curata e gustosa, da assaporare alzando il volume e cogliendone i dettagli colorati.
Molla non è ciò che state cercando, se ciò di cui avete bisogno è qualcosa che titilli le vostre orecchie con sonorità innovative e sorprendenti. Ascoltando "365" si ha la possibilità, al massimo, di far tornare al pettine della memoria certo rock italiano mainstream delineatosi nei primi anni del nuovo millennio, come quello di chi, un tempo, si faceva chiamare Il Nucleo e sgomitava tra il marasma delle band ad alta rotazione con il singolo "Sospeso"; oppure il pop con venature soul di Marco Mengoni e la musica leggera consentanea ai canoni del Festival della Canzone Italiana - dopotutto "La notte sopra il mare", per ammissione dello stesso Molla, è stata in corsa alle selezioni di Sanremo Giovani. La modugnana "Eppure sento", in questo senso, è emblematica ed è forse quella che più direttamente conduce ai fiori della Liguria occidentale.
"Cinema all'aperto" chiama palesemente in causa Battisti, citando De Gregori nel testo ("è troppo tempo amore/che noi giochiamo a scacchi") e rispolverando l'ultimo Colapesce quando riprende le fila del discorso dopo il penultimo ritornello ("giri/su te stessa/mi ricordi un quadro di Degas"). Il nuovo e il vecchio della Penisola, quindi, come trame tessute dalla voce fresca di un giovane pugliese e dalla sua pronuncia aperta.
"365" come i giorni dell'anno e dodici (tracce) come i mesi dell'anno; “uno” come il tema del disco: l'amore, nel suo significato più stretto e in quello più ampio. In "365" c'è l'autore-innamorato, l'autore che ama e l'autore-padre ("Luca"), non necessariamente in quest'ordine e non con contorni così ben accesi da creare una vera e propria distinzione.
Per chi vuole un album che parli d'amore in maniera diretta e accessibile, allora sì, "365" è il disco giusto; un disco che se avesse avuto una scaletta di sole sei canzoni - le prime cinque, compreso il tributo a Bruno Lauzi e la già citata "La notte sopra il mare" - sarebbe stato un abbagliante gioiellino pop-rock. Ad ogni modo, tra passaggi a vuoto e intuizioni sopra la media, si innerva una produzione curata e gustosa, da assaporare alzando il volume e cogliendone i dettagli colorati.
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La recensione 365 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-06-08 09:00:00
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