Roncea & The Money Tree Roncea & The Money Tree 2016 - Rock, Folk

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Musicalmente a zonzo nella terra di mezzo tra la sconfinata provincia americana e gli sfuocati skyline metropolitani che s’intravedono in lontananza

Dopo l’esperienza in solitaria di “Eight part one” il buon Nicholas J. Roncea torna al lavoro di squadra insieme ai sodali The Money Tree, per quello che a tutti gli effetti è un nutriente assaggio analogico di street rock umbratile e visionario che sembra razzolare nella terra di mezzo tra la sconfinata provincia americana e i primi sfuocati skyline metropolitani che s’intravedono in lontananza.

Sul piatto appena sei brani che alitano un tepore elettroacustico che, nelle movenze più elettrificate, ricorda i tormenti di Jeff Buckley (“Weak”), l’irrequietezza dei The Veils più crepuscolari (“Under my skin” ) o il vigore “sudista” dei The Connells (l’opener “Find me” e la successiva “Love is bad”) mentre in quelle più acustiche e intimiste assorbe gli umori di un Elliott Smith in libera uscita da quella parti (“Another world”). Il congedo affidato alla ballata “A place to stay” cristallizza in 6 minuti abbondanti l’atmosfera generale del disco, satura di malinconia, umori country-folk e polveroso romanticismo a medio amperaggio.

Ecco, sulla fiducia, magari un paio di brani in più sullo spiedino avrebbero ulteriormente impreziosito il già panoramico ventaglio di sfumature, vista la comprovata resa orchestrale di personcine talentuose come Edoardo Vogrig (basso), Andrea Pisano (chitarra), Frank Alloa (batteria) e Giulia Provenzano (piano). Peli nell'uovo a parte, un disco tanto familiare quanto godibile e ottimamente suonato.

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La recensione Roncea & The Money Tree di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-07-19 10:00:00

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