Belize Spazioperso 2016 - Pop

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Un album sorprendentemente maturo per un debutto

La periferia di Milano: cupa, bagnata e degna ambientazione di un noir o di un episodio di Sin City. "Spazioperso" si innerva con alle spalle questa scenografia, mentre i personaggi soffrono il vuoto esistenziale nell'età post-adolescenziale, immersi tra una città troppo grande e una pila di libri universitari troppo pesanti da portarsi in spalla. "24 7" - con la collaborazione di Disa - è l'emblema di questo stato di vacuità, che regolarmente viene riempito con qualcosa che non ha peso né volume. Alcool anestetizzante in discesa libera, come un masso lanciato per riempire un pozzo senza fondo; voci che dilagano in qualche punto della testa: dove vai Riccardo con questa pioggia? È tardi. Tornatene a casa Riccardo!

"24 7" è anche l'esemplare episodio del sodalizio tra hip-hop e pop, che si ripete in più riprese durante i trentacinque minuti scarsi di "Spazioperso", un album gradevolissimo all'ascolto, soprattutto per merito di quelle pulsazioni elettroniche che sono più che semplici intarsi in un complesso più ampio. La strumentale "Cecilia", in questo senso, tra trip-hop, dubstep e percussioni Four Tet-iane, non si rivela un semplice riempitivo.
"Due" è un altro caso in cui i Belize danno adito ai frasari di Disa, con un riff di chitarra che i Bloc Party avrebbero inserito tra le pieghe di "A Weekend In The City". Dopotutto, anchae questo dei Belize è un disco di città. 

Tra fughe e congedi, però, Milano resta sempre la stessa ("Giorgio se n'è andato via/a Barcellona/Edo invece se n'è andato in Francia/a far ricerca"): andarsene da Bovisa dunque e andarsene subito. Il singolo, "Bovisa A Mano Armata" riprende i Calibro 35 appesantendoli di un impasto che la londinese Ninja Tune definirebbe "nelle proprie corde" (per approfondire il concetto: ascoltare qualcosa degli Stateless da Leeds).

La qualità dei testi pencola, tracciando un diagramma instabile, e la metrica è più di una volta oppungnabile, ma "Spazioperso" è un album sorprendentemente maturo per un debutto e la sua produzione, in cuffia, diverte già dal primo ascolto, creando un'atmosfera che ammanta senza intervalli di incertezza. E non è poco.

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La recensione Spazioperso di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-05-24 10:00:00

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