"First Time On This Planet" è il primo ep della band genovese Dhvani. Un concentrato di progressive rock, aggressivo, deciso, dal sapore spaziale.
Gli alieni esistono e girano indisturbati a piede libero per la Terra. In più si dilettano a suonare: un progressive cosmico, di un altro pianeta. Opera prima per questi extraterrestri di Genova che hanno deciso di contribuire a diffondere per il Pianeta Azzurro il verbo del prog.
A metà tra le psichedelie ruvide dei Samsara Blues Experiment, le strutture virtuose dei Jethro Tull e lo space rock degli Hawkwind con uno spruzzo della cupezza krautrock dei Neu!, quello dei Dhvani è un esperimento interessante per l'eclettismo e le atmosfere così dense da risultare quasi concrete.
La chitarra ipnotica di "Space", lunatica traccia d'apertura, i synth spaziali circondati dallo stoner rabbioso di "Petit", le distorsioni psichedeliche di "Incisioni", i toni pesanti, quasi metal, di "Quarta razza", le sonorità cosmiche post-rock del brano omonimo del gruppo che va a chiudere il cerchio: i Dhvani usano poca elettronica e ricorrono alla potenza degli strumenti per evocare uno scenario degno di qualche racconto di Asimov.
Per ora l'idea c'è ed è molto valida: la forza di un rock sporco e acido che viene spinto quasi al limite. Rigorosamente strumentale, dai ritmi serrati, "First Time On This Planet" è un concentrato di originalità e rabbia.
Un assaggio di una creatività che ha bisogno di un lavoro più lungo, una personalità che può delinearsi meglio, quindi rimaniamo in attesa di buone nuove dal Pianeta Dhvani. Sarebbe un lieto ritorno sulla Terra.
Nel frattempo, viaggiamo per lo spazio con la mente con questo breve racconto di fantascienza scritto con la musica.
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La recensione First Time On This Planet di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-06-29 00:00:00
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