“Lucifero è vestito di cuoio e sta ascoltando i Motley Crue”. Così dicono perlomeno i bergamaschi Fuori Uso, anche se il loro Lucifero, come quello di molti altri, è il rock‘n’roll. Ed a questo diavolo bonario, a giudicare dall’attacco del disco, devono star proprio simpatici. Stile e look tra i Motley Crue degli ’80 e il glam rock scandinavo odierno (Backyard Babies), con una punta di dark più accentuata nell’aspetto da veri fan degli Icon of Coil. Il tutto è confermato dal video di “Dancing in my fire” incluso nel disco, video che sarà anche a basso budget ma è realizzato con impegno e senza un abuso dei mezzi disponibili, confermando la genuinità dell’approccio del gruppo – e le loro possibilità live in quanto a spettacolo.
Le prime due tracce “Big shot Tokyo” e “Dancing in my fire”, a mio parere le migliori, sono sicuramente due colpi ben assestati, canzoni di un bel rock potente e solare, di quello che non ti si leva più dalla testa. Due istant hit, che vi troverete a canticchiare ancor prima finiscano. Si prosegue poi con la melodicamente lenta e cupa “Goin’ Fast”, un episodio un po’ a parte dal resto del disco, dal ritornello Lynchiano, ma ugualmente apprezzabile. Seguono poi due brani dalle influenze più metal, anche se in realtà gli elementi presenti sono di origini davvero disparate (si prenda ad esempio l’intro elettronica di “Sticky man”, reminiscente, con le dovute proporzioni, di “Idioteque” dei Radiohead), per concludere con un ritorno al r’n’r di “No rock zone”. Nel complesso una buona prova che dovrebbe uscire ancor più glorificata dai loro live. Menzione d’obbligo per l’artwork in onore del motore immobile di una metà del mondo (quella maschile), il tutto in una versione american style al nero di seppia. Un po’ come i Fuori Uso stessi.
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