Se non sapete destreggiarvi in cucina, c’è un’altra ricetta da sperimentare: il crudo rap dei Tokarev è l’ingrediente segreto di questo progetto.
Mettiamo insieme una serie di ingredienti: un po’ di ambient, del rock, del rap, poi ancora melodie di pianoforte, dialetto d’origine, trip tachicardici, rime tecnicissime, e perché no qualche omaggio alla letteratura, quanto basta di cronaca e di forte consapevolezza di sé. La chiameremo “La ricetta del disagio”, proprio ciò che è necessario per confezionare il titolo (e il contenuto) del nuovo disco dei Tokarev - precedentemente TKE, il duo pugliese composto da Niño e Sheeba già reduci da un paio di album autoprodotti e un lungo elenco di date live che li ha portati in giro per la penisola.
Questo nuovo progetto mescola con coraggio la delicata presenza di suoni del panorama chill con l’audace incursione di imponenti chitarre, elettronica e hardcore a sorpresa, completandosi con una struttura dei brani a cui insolitamente piace cambiare, ricostruirsi, distruggersi e rinascere differenti tra un ritornello e l’altro. Questi ultimi sono generalmente di melodia facile ma efficaci e sempre gridati con la forza di chi ha da dire la sua. Il tutto è pervaso da un sentimento arrabbiato, combattivo, reattivo, che parte dalle città, dalla propria terra, ed è spontaneo come la lingua, come il dialetto che sovrasta l’italiano nelle tracce più spesse (“Sangue marcio”).
Il risultato è un rap fatto di rabbia stilistica ed extrabeat, che si trasforma in un ponte che collega i generi coinvolti, un crossover a sostegno della pioggia di sensazioni, di elementi di vita, di asprezza e disagi che sono ben resi attraverso l’elemento più presente nell’album: le citazioni. Da componimenti (Manzoni), poemi (Tasso), opere d’arte (Caravaggio), cronaca (Peppino Impastato), mescolati con storie di lotta, esteriore ed interiore, momenti di riflessione, e l’esigenza di rigare dritto con l’obiettivo di percorrere la strada della conoscenza (“Rigadritto”). Particolare la traccia “Il sentiero di Ho Chi Minh”, che contrappone al contraddittorio panorama americano i “i palazzi made in Italy”, e “Un trip dal cuore”, quasi 6 minuti che più trip sonoro non si può.
Per i Tokarev, la ricetta del disagio è composta da due fondamentali ingredienti: saperlo affrontare e saperlo raccontare, così com’è. A noi è piaciuto. E a voi? Provare per credere.
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La recensione LA RICETTA DEL DISAGIO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-09-01 00:00:00
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