Un disco rock che non convince, mantiene un profilo basso, ma contiene buoni duetti
"La stanza dei giocattoli" di Diego Leanza si posiziona tra Edoardo Bennato e i Litfiba di "Elettromacumba", quelli con alla voce Gianluigi Cavallo per intenderci. Il disco è nel totale piacevole, lo stampo è quello di un rock classico, ma non del tutto convincente, visto che nel disco non arriva mai un momento davvero coinvolgente. Le tematiche dei testi sono trattate in maniera ripetitiva, con metafore, racconti per immagini e fantasie, che però difficilmente sono capaci di suggestionare l'ascoltatore, come vediamo in “I nodi al pettine”: «Strada di fuoco arida senza un odore chiaro, vuoto, soltanto erbacce agli angoli fumano, non puoi nascondere i nodi al pettine».
Un'altra mancanza dei testi è quello di negare uno spazio d'interpretazione ma anche una conclusione, come succede in alcuni versi di “La stanza dei giocattoli”: «Non c'è il momento che trovi il tempo per stare fuori oppure dentro / a volte penso di fare a pezzi la stanza dei giocattoli, sgozzerei bambole con te, spaccherei la corona al re». Infine, sembra che si sacrifichi il senso di alcuni versi al solo scopo di rientrare nella metrica del verso, così come si vede anche in “Endorfina”: «Lingue di mattino sulla rotta dei tuoi nei, solcano la schiena verso un posto morbido, sono quel che sono, sono stanco solo un po', spina nel mio fianco mentre scavi ci abiti, entra, chi mi darà l'endorfina». Se dovessimo identificare in una sola parola quello che manca, sicuramente parleremmo di personalità.
Il momento più alto del disco sono le collaborazioni, il duetto con lo stesso Bennato nella cover “In prigione in prigione”, e “Pistoleri del monte” pezzo cantato con Dario Sansone dei Foja in memoria del giornalista Carlo Siani ucciso dai sicari della Camorra nel 1985: quest'ultimo brano riesce a conquistare grazie alla territorialità e alla cronaca dettate sia dal testo che dai suoni partenopei.
In generale il disco soffre di sonorità vecchie e di manierismo che gli preclude la conquista di spazi nella scena musicale di oggi. Anche il rock, quello più puro, ha la necessità di sorprendere e rendersi contemporaneo.
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La recensione La stanza dei giocattoli di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-10-06 00:00:00
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