L’essere più concisi e diretti spesso paga: magari più scarni e scevri dal punto di vista melodico, ma sicuramente molto più autentici e incisivi.
La chitarra che svetta in sovrastruttura nell’ep “Resistenza” riesce a veicolare perfettamente la nostra attenzione su di sé con note, spesso più acute, che risaltano all’interno della composizione, mostrandosi particolarmente azzeccate. Il titolo, senza valore politico, va piuttosto collegato al mondo interiore: un inno al perdersi che vorrebbe essere un viaggio nel profondo della psiche. Un percorso che viene deviato però dai vocalizzi e dal “sali-scendi” delle parti cantate, che spesso faticano a trovare una vera congruenza con l’ottimo suono. Quest'ultimo, molto catchy, accattivante ed interessante, fa pensare ineluttabilmente a nomi della scena alternativa britannica, tra cui Arctic Monkeys ed Editors. Figli di questa corrente musicale, potrebbero cercare una migliore sovrapposizione con essa, piuttosto che tentare di differenziarvisi tramite vocalizzi atti perlopiù a dimostrare le proprie abilità canore, ma che finiscono in modo inevitabile per dilungarsi invano, tediando un ascoltatore attento. L’essere più concisi e diretti spesso paga: magari più scarni e scevri dal punto di vista melodico, ma sicuramente molto più autentici e incisivi. Non emettere suoni semplicemente per riempire spazi, cercando di incastrarli a forza nella canzone, ma tesi a trasmettere qualcosa di più profondo. Essendo questo il loro primo lavoro ufficiale, possiamo considerarlo come warm up ed aspettarci sicuramente qualcosa di buono nel prossimo futuro.
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La recensione Resistenza di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-07-26 00:00:00
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