Tra dark e post-punk, con ottime intenzioni e qualche inconveniente.
Il freddo assoluto di stilettate post-punk inondano lo spazio, e c’è poco da fare: l’aria si inspessisce, i sentimenti rotolano via, e la materia scarna e nervosa di un disco si diffonde come essenza di sconfitta, come il profumo acerbo e pungente del momento esatto in cui tocchi il punto di non ritorno. E la materia di cui parlo è intrigante, ha il sapore dark di un giorno di nuvole basse, i toni esasperati della new wave più nera, e a me piace la malinconia, amo la pioggia, apprezzo le intenzioni di chi fa musica per passione, cosa che qui è evidente.
Eppure il risultato non convince appieno, soprattutto per la voce che spesso è fuori fuoco, non trova la sua strada alternandosi tra cupe forzature e inciampi di intonazione, inficiando così l’intero lavoro. Occorre necessariamente intervenire su questo aspetto fondamentale, gli spunti per far bene ci sono, ma così proprio non va.
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La recensione The Last Of An Ancient Breed di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-09-20 09:00:00
COMMENTI (1)
Ciao, sono il batterista del gruppo in questione.
Grazie mille della recensione,veramente, ci avete dato un buon segnale su dove migliorarci e di sicuro lo faremo.
Grazie,anche,per aver colto il messaggio che volevamo mandare e grazie per aver capito che la passione non manca.
Quindi chevdire, avanti tutta e ci miglioreremo alla prossima e ancora grazie per la franchezza lo apprezzo molto :D