Meno di 5 minuti che ascolti volentieri per altri 5 minuti e altri 5 minuti, trepidante, in attesa dell’uscita dell’album. Le Sacerdotesse dell'isola del piacere potrebbero diventare presto qualcosa di molto grande
È stato come un colpo di fulmine il primo ascolto di questo ep; se dovessi spiegarvi il motivo potrei attribuirlo alle atmosfere molto gaze che unite alle sonorità di un emocore anni ‘90 sono capaci di creare, in meno di 5 minuti, un pathos emotivo in completa sintonia con ogni singola parola. Tranquilli non farò la prosa dei due brani e non citerò nemmeno Freud, tranquilli. Potrei sempre farvi un elenco di fobie, oppure potrei avventurarmi in una digressione senza fine soltanto per soltanto che nonostante mi chiami Filippo non mi sono mai innamorato di un cavallo. Però potrei sempre descrivervi la sensazione che “Paura di tutto” ti lascia: una sensazione assimilabile a quel vuoto malinconico che solamente la paura riesce a trasmetterti; non sto parlando dello spavento instantaneo, nemmeno del terrore che porta a comportamenti irrazionali, bensì di quel senso di confinamento e di allontamento con cui vengono somatizzate le fobie; quasi come se fosse uno stato onirico sul quale i due brani - e il video in particolar modo- trovano il loro equilibrio. Meno di 5 minuti che ascolti volentieri per altri 5 minuti e altri 5 minuti, trepidante, in attesa dell’uscita dell’album.
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La recensione Paura di Tutto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-07-07 00:00:00
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