Metamorfosi in Viola
"La Bestia Offesa" 2016 - Sperimentale, Cover, Alternativo

"La Bestia Offesa"

C'è solo tantissima mediocrità nella proposta firmata Metamorfosi in Viola.

Sono curioso, molto curioso, di capire il perché - e finanche la necessità - dell'esistenza di progetti come quello che sto per raccontarvi. Davvero, cerco di scovare fra le note una motivazione tale per cui chi scrive possa riservare loro un giudizio positivo, anche solo per un piccolo istante.

E invece nulla, c'è solo tantissima mediocrità nella proposta firmata Metamorfosi in Viola. Senza molti giri di parole, siamo di fronte ad una band che le prova tutte per (tentare di) dimostrare un valore di fatto inesistente. Insomma, come provare a pagare con una moneta da 3 euro e vedersi respingere con nonchalance dal commerciante di turno.

"La bestia offesa" è una sorta di best-of in cui la band raccoglie appunto le migliori interpretazioni, anche in fatto di cover. Sorvolando quindi sulle canzoni appartenenti al loro repertorio (che se proprio destassero qualche emozione lo fanno in negativo...), si rimane allibiti dal coraggio che li abbia spinti a pubblicare un disco del genere. Nello specifico, un cantato caratterizzato perennemente dalle stonature e un sound a dir poco stantio, infarcito di chitarre nostalgiche del peggior Maurizio Solieri, storico chitarrista di Vasco Rossi.

Diventa quindi tanto difficile quanto complicato attribuire il titolo di cover peggiore fra le 3 selezionate dalla band: "Dentro me" dei La Crus, "Lunga attesa" dei Marlene Kuntz e "Impressioni di settembre" della Premiata Forneria Marconi presentano, indistintamente, tutti i difetti elencati qualche riga fa. Perché il problema di fondo è, in casi del genere, sempre lo stesso; ovvero che manchi non dico il talento ma proprio la capacità di autovalutazione di ciò che un gruppo scrive e produce.

Non serve spendere altro tempo, perlomeno da parte mia.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.