Una raccolta di demo registrati tra il 2010 e il 2015 per ripercorrere un quinquennio di cambiamenti artistici ed esistenziali.
Il buon Luca Urbani prosegue nella sua opera di modernariato cantautorale che tanto deve a Battiato, Morgan e loro varie declinazioni, peraltro sempre magistralmente approcciati con innegabile classe e costantemente ricodificati alla luce di un’attrazione congenita verso certo elettropop ottantiano di qualità (Depeche Mode su tutti). A questo giro il musicista brianzolo delega a una raccolta di demo registrati tra il 2010 e il 2015 il compito di cristallizzare i cambiamenti artistici ed esistenziali sopravvenuti negli ultimi anni (“Hai visto, amore, com’è strana la luce in questi anni / Zone d’ombra mi coprono il cuore / Ma provo a bucarle”) sonorizzando a suo modo personalissime costruzioni concettuali che quasi si fanno tridimensionali dentro il loro vestito transistorizzato, non di rado striato di rock (“La fretta”, “Bidimensionale”, “Senza avere”, “50 ab 35”), quel rock peraltro rivalutato solo di recente nella seconda esperienza del progetto Zerouno.
Una raccolta ben orchestrata e panoramica che ripercorre in modo accattivante il proficuo sodalizio artistico con Garbo (suo lo zampino in ben sei brani del lotto) e le interessanti collaborazioni con Nicodemo (“Inverno”) e Denise (la notevole “Sembra”), all’insegna di una ormai comprovata abilità comunicativa nell’illustrare le frenetiche dinamiche moderne, la complessità dei sentimenti e quella vacuità umana che furoreggia sul proscenio di un mondo che potrebbe finire da un momento all’altro (“Prima della fine”).
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La recensione Sviluppi Urbanistici (Demo 2010-2015) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-10-28 00:00:00
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