Il primo album dei The Big Blue House è un omaggio al blues, e tutti gli amanti del genere non possono non ascoltarlo.
Jimi Hedrix sosteneva che il blues fosse semplice da suonare ma difficile da sentire, e questo i The Big Blue House sembrano saperlo bene.
Nel loro primo album in studio la band toscana porta otto brani densi di giri blues e racconti di vita, la ricetta migliore per creare un buon disco del genere.
La formazione standard con voce e chitarra, basso, batteria e tastiere permette una buona stabilità nel suono e concede un botta e risposta continuo, caratteristica presente nel Mississipi blues e mai abbandonata del tutto.
È proprio questa netta distinzione fra sezione ritmica e sezione melodica che dà all'album le giuste sonorità che permettono di parlare di un blues ben suonato e piacevole all'ascolto. Il basso di Luca Bernetti rimane infatti sempre su giri non molto originali ma che danno una base solida insieme alla batteria di Andrea Berti col suo shuffle continuo e mai troppo invadente.
Sopra questo invidiabile ritmo si scatena il chitarrista, nonché cantante, Danilo Staglianò che con i suoi assoli recupera su una prestazione vocale poco degna di nota. Ma il tocco in più è dato da Sandro Scarselli che alle tastiere passa da suoni che fanno rimpiangere i vecchi Hammond ad un pianoforte jazz, aiutando da una parte la sezione ritmica e dall'altra dando vivacità a tutti i brani.
Tutto questo rende “Do It” un album autentico, che omaggia il genere a cui questi ragazzi si sono dedicati, senza però scadere nell'emulazione: da buoni bluesmen sono riusciti a trasmettere un senso di vintage nostalgico riportando sonorità che sono tutt'altro che morte. Basta ascoltare il brano che chiude l'album, l'inno ad un amore perduto “This Is How I Feel”, per tornare con la memoria alle ore passate ad ascoltare T-Bone Walker.
In generale quello che si sente è ben familiare, e proprio per questo è bello ascoltare cosa hanno da dire i The Big Blue House, che non hanno la presunzione di fare del blues un'etichetta per autodefinirsi, ma hanno il coraggio di suonarlo davvero con anima e corpo, ovvero nell'unico modo in cui si può suonare il blues.
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La recensione Do It di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-07-01 00:00:00
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