Un esordio speciale per i Quiet Sonic
Non so quanti di voi soffriranno della stessa "patologia" ma al mattino, se non mi prendessi almeno un litro di caffè il mio cervello probabilmente non si accenderebbe e mi ritroverei a vagare senza meta e senza obiettivi per la maggior parte della giornata. O almeno così credevo; troppo stanco ancora per alzarmi mi sono messo nelle cuffie questo primo omonimo disco dei Quiet Sonic e già dopo un paio di tracce mi stava quasi per venire voglia di fare jogging o saltare come un matto da un lato all'altro della stanza. La potenza sprigionata dal gruppo Piacentino è spiazzante. Si parte con una rarefattissima "K2" che apre con dolcezza quel trittico al tritolo che sono le seguenti tre tracce "Cataract", "Gullit" e "Vietnam", quest'ultima brilla soprattutto per una parte ritmica da terremoto. Chitarre distorte e bassi poderosi sono i protagonisti di questo disco che non perde di potenza neanche un attimo. Si prosegue fra colate di fuzz e distorsioni con "Silver".
Unico intermezzo acustico la mini traccia "White Lies pt'1" che però recupera per così dire tutto il suo andamento elettrico subito dopo in "White Lies pt 2". Le influenze della band sono sicuramente affondate negli anni 90': Soundgarden, Alice in Chains, Nirvana, Stone Temple Pilots: c'è davvero l'imbarazzo della scelta. Tuttavia l'ingrediente principale della zuppa è quello messo di sana pianta dai Quiet Sonic che spruzzano su tutto la loro personalità rendendo ogni traccia accattivante e interessante.
Un lavoro più che riuscito per i piacentini che esordiscono subito forti di una personalità delineate e accattivante come oggi raramente capita di incontrare. Bello e curato nei minimi dettagli è finito direttamente nella mia playlist personale con la speranza di poter aggiungere presto altri lavori targati Quiet Sonic.
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La recensione Quiet Sonic di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-07-28 00:00:00
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