Con alle spalle due prove discografiche estremamente convincenti, i The Juniper Band si ripropongono con un album che conferma quanto di buono espresso con il mini “Of Debris And Daylong Dream” e con l’album “Secret Of Summer”. Diciamolo subito: “Time For Flowers” è un gran disco, capace di mediare il furore di certi passaggi di “Of Debris” con le rarefazioni di “Secret”. L’album è come al solito molto avvolgente, non lascia scampo all’ascoltatore, mantenendone sempre alta l’attenzione con una tensione emotiva che si sviluppa in ogni passaggio del disco.
L’apertura affidata a “Cold Bodies” segna il legame più evidente con le canzoni dell’album precedente, con le sue sonorità dilatate che si sviluppano pian piano, sino alla coda finale che rievoca passaggi psichedelici dalle tinte forti. Con il brano successivo (“To The Glow”) si avvertono le novità di questo album che tende ad essere essenzialmente più veloce, più noise senza peraltro lasciarsi alle spalle i momenti più rarefatti. Così brani come “Ropes”, “Gemini” e “Blue Star” possono essere inquadrati come dei potenziali singoli indie rock, dove le melodie hanno un carattere ben definito nonostante il muro sonoro sia sopra il livello di guardia. Ma è con brani come “Cult Of The Skull” che i The Juniper Band danno il meglio, andando alla ricerca di arrangiamenti più completi, che sanno mettere in luce le due anime insite nel loro dna, alternando sussurri e accelerazioni, seppure non spingendo al massimo. Per certi versi ricordano i Motorpsycho, più nell’attitudine che non nel suono vero e proprio.
E’ così insomma che “Time For Flowers” racconta di una formazione che non vuole adagiarsi su formule sonore prestabilite, ma tende sempre a ricercarne di nuove e che portino ad una crescita non solo dei musicisti coinvolti, ma anche di quanti vengono a contatto con la loro musica.
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