Bisognerebe fare un monumento sia agli autori di "Colorado Cafè" che ai discografici dell'etichetta Latlantide per aver riporato agli onori delle cronache gli Skiantos. Sono ben pochi quelli che macinano musica oggi che ricordano le gesta di Freak Antoni e soci; eppure molte delle parole che oggi fanno parte del gergo giovanile comune sono state coniate o lanciate proprio dalla band bolognese, e molti dei 'detti' di Freak sono citati a memoria (è roba sua, ad esempio: "La fortuna é cieca ma la sfiga ci vede benissimo").
Stiamo poi parlando di gente che in piena contestazione anni '70 ebbe il coraggio di salire su un palco e, davanti ad una folla che allora non era certo accondiscendente (vedi i processi proletari a De Gregori ad esempio), invece di suonare si mise a cucinare pastasciutta canticchiando "Largo all'avanguardia pubblico di merda". Roba che a confronto quello che fecero i Cccp, più di 15 anni dopo, con "Arezzo mi attrezzo per il tuo disprezzo" (quando ad 'Arezzo Wave' invece che suonare preferirono una performance) è poca cosa.
Per farla breve, i folli emiliani tornano alla ribalta negli ultimi tempi dopo anni di dimenticatoio - l'ultimo disco di inediti risale al 1999, quel "Doppia dose", prodotto da Ala Bianca oggi introvabile - dando alle stampe prima una raccolta ("La krema") e in seguito ripubblicando i primi due mitici dischi ("Monotono" e "Kinotto"), per anni ascoltati su fruscianti vinili e passati di fratello maggiore in fratello minore. Tocca adesso a questo "Rarities" continuare le danze, anche se in realtà non si tratta di un disco completamente nuovo, pur trovando al suo interno 10 pezzi praticamente inediti, tra provini e brani nuovi.
Certo, bisogna ammetterlo, non sono più graffianti come nei '70, anche se la critica a Bologna in "Angolo B", titolo palindromo niente male (l'avevano azzardata anche i Gang nella bella "Paz"). E poi? Poi divertissment sulla vita marina, una "Pacifisti oltranzisti" che pare la rilettura di "Guerra e pace" dei già citati Cccp, prese per il culo agli amati e odiati Elii con la cover bluesante di "Mio cugino".
E a proposito di cover: chi avrebbe potuto demolire due inni come "Fischia il vento" e "Bocca di rosa", senza cambiare una sola parola, rendendoli ironici e ridicoli (ma il pugno si alza lo stesso al sol dell'avvenir)? A questo punto chi legge avrà capito che il sottoscritto considera gli Skiantos una delle band seminali della musica italica - ma non sono il solo, grazie al cielo, a pensarla cosi.
"Rarities" diventa perciò una bella occasione per cominciare a conoscerli, tanto che poi vi sembrerà quasi obbligatorio procurarsi le ristampe dei primi due dischi che sono inarrivabili. Altrimenti... beh, altrimenti guardate almeno Colorado Café il lunedì notte.
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La recensione Rarities di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-10-20 00:00:00
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