The Land of Tales: la rapina di stile siglata Bankrobber
È con l’inquietudine della compassata e cupa linea vocale di Interpol ed Editors, che i The Bankrobber con “Pier 39”, si misurano agevolmente sulle trame post-punk basate dalla freddezza timbrica dei rintocchi di piano mitigate dalle sovraincisioni di chitarra. Uno stile brillantemente riproposto in chiave più dancefloor nel beat serrato di “J. The Ripper feat. Mickey E.VII”, evidentemente debitore del periodo d’oro di band più ballabili quali i Late of the Pier.
Non è da meno “Mr. Rainbow”, che con il suo basso in levare alla “Psycho Killer” dal groove funky/reggae dei Talking Heads, riesce a poggiarsi sulle melodie indie rock dei Franz Ferdinand, portando i musicisti alla stesura del brano più concreto ed eclettico del disco. Dall’enfasi britpop irrompe il pezzo più orecchiabile del disco: “Childhood”, dove la chitarra slide è così luminosa da esserne la protagonista principale della composizione, andando ad amplificare quel senso d’ariosità eretto da avvincenti sussulti di batteria.
L’ep The Land of Tales racchiude l'ultima sorpresa con “Takes of Shady Places”, canzone che ricalca in modo inaspettato il tipico sound trip-hop dei Portishead. A riprova ancora una volta, di come i Bankrobber si servano al meglio delle proprie "rapine musicali" come da traduzione letterale del nome, per sfoggiare un ottimo talento e gusto personale, senza che i riferimenti di strade già tracciate nel passato, possano scalfirne la personalità e la qualità del materiale proposto.
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La recensione The Land of Tales di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-08-05 00:00:00
COMMENTI (2)
Da ascoltare riascoltare e ripartire dal primo brano .... SUOER
Questo disco è a dir poco meraviglioso fantastici