Vaghe Stelle, il più grande visionario della musica italiana, costruisce architetture futuriste in quattro tracce ispirate e ispiratrici
Quello che salta subito all'orecchio ascoltando Vaghe stelle è come questo immenso artista riesca a rivestire una musica, che non è peccato definire lineare, con orpelli e stili che sono manifesto di una ricerca costante lontana da una "banalità" compositiva, che ci si potrebbe aspettare da chi produce e pensa techno.
Il criterio compositivo di Daniele Mana è chiaro, limpido: un suono ispirato e ispirativo, che dai manifesti diventi manifesto. In tutti i suoi lavori precedenti è presente una struttura visiva e concettuale in accompagnamento a ritmi sconquassati e liberi, fuori da canoni predefiniti e per questo ormai saturi di questo sub genere della musica elettronica.
Già in "Abstract Speed + Sound" (tralasciando solo due minuti il sensazionale sperimentalismo dell'album in coabitazione con Max Casacci) Vaghe Stelle lanciava un punto di contatto tra il movimento futurista (ultima reale corrente artistica italiana forte almeno tanto quanto l'epopea rinascimentale) e la sua musica. Non sorprende quindi rivederlo in questo corto di quattro tracce, lasciandosi catturare dalle mega strutture inchiostrate da Tsutomu Nihei, con in mente le suggestive costruzioni sintetizzate nella città nuova, opera visionaria di Antonio Sant'Elia e cartolina del futurismo architettonico.
Il risultato manco a dirlo è dirompente e in 4 tracce c'è tutto: fughe, salite, vortici e passaggi tra gli spazi, calma apparente e ritmi tamburellanti, cammino che diventa corsa e poi perdifiato, di un immaginario protagonista perso più che volutamente tra mega costruzioni che tendono alla fagocitazione della dimensione umana, a favore di un trionfo di cemento e acciaio, materiale inorganico unico sopravvissuto di uno scenario post apocalittico.
Possiamo con forza definire Vaghe Stelle il più grande visionario italiano in musica dell'ultimo periodo, e non a caso è ormai componente di punta di Other People, label fondamentale dell’elettronica mondiale.
Pubblicazione non semplice, si potrà sicuramente obiettare, e per questo necessaria di un ascolto inspirato. Superata questa sottilissima barriera, lo scenario finale risulta magnifico.
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La recensione The Full Stream Ahead: The Prologue EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-06-30 10:00:00
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