Il cantautorato multi-genere dei L'Etiope si racconta nel primo ep "I nonni sono morti".
Il cantautorato dei L'Etiope ha mille sfaccettature, a tratti più aggressivo come in "12 Maggio 1974", a tratti più delicato. Sarebbe, anzi, riduttivo catalogare la band sotto un unico genere a causa delle molteplici ed evidenti influenze vintage. Infatti già il brano d'apertura "Prosopopea" sfuma verso una conclusione di matrice blues. Proseguendo, incontriamo "L'assenza del tempo": un mix composto da funky, bossa nova e chi più ne ha più ne metta; per non parlare della fine che richiama quella dei brani jazz. Ecco che, a questo punto, la tavolozza dei colori si sconvolge nuovamente lasciando spazio in "12 Maggio 1974" ad una melodia più incisiva segnata innanzitutto dalla chitarra distorta. Ma non pensate che si tratti di "semplice" rock, basti prestare attenzione al minuto 1:10 che rivela uno scorcio swing per poi tornare verso il rock, in alcuni momenti anche lugubre grazie alla presenza significativa del basso. Si chiude con "Immobilis in mobili", dall'intro jazz seguita poi da una variazione alternative rock melodica che termina in un effetto affine all'elettronica.
Sembra quasi che il cambiamento repentino di genere e la coesistenza di più generi nella stessa traccia vogliano trasferire sul pentagramma le vicissitudini, i dubbi, le difficoltà che caratterizzano il passaggio all'età adulta, argomento principale dell'ep.
Non ci si annoia di certo con i L'Etiope. Se siete eclettici, sono la band che fa al caso vostro; se non lo siete vi daranno un validissimo motivo per diventarlo.
---
La recensione I nonni sono morti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-09-22 00:00:00
COMMENTI