Disco godibile e curioso questo secondo del giovane Pablo Raster dal titolo “Forever Dub”, a cavallo fra elettronica ed un reggae assolutamente sui generis
A solo un anno di distanza dall’uscita del disco d’esordio “Art of Dub”, il musicista, cantante e produttore Pablo Raster, spoletino a dispetto del nome dal respiro esotico ed internazionale così come lo è la sua musica, torna con un disco di dodici tracce dal nome “Forever Dub”.
Composto da ben otto inediti e quattro remix, “Forever Dub” consacra Raster uno degli artefici del dub più illuminati, istrionici e contaminatori che abbiamo in Italia; a cavallo fra il suo tipico "elettro-reggae", ravvisabile in “Creation”, il reggae tout-court di “Fight against” ed infine la dubstep che percorre l’intero lavoro così come i natali londinesi del genere musicale proveniente dal garage insegnano, caratterizzato quindi dalla costante presenza di synth e drum machine, questo secondo lavoro di Pablo Raster risulta assolutamente godibile ed interessante fin dal primo ascolto.
Molte anche in questa occasione le collaborazioni illustri, da quella con Marcello Coleman a Fikir Amlak passando per Zaira Zen, rispettivamente nei brani “So”, “Do Good” e “Chances”; indubbio valore aggiunto al disco, che già di per sé comunque racchiude benissimo il genio creativo di Raster, con la matrice reggae sempre ben presente ma declinata in sfumature contemporanee più ricercate.
Un lavoro sicuramente settoriale, per un pubblico davvero molto onnivoro e curioso, di fruizione non proprio popolarissima, ma comunque valido, ben strutturato ed egregiamente prodotto.
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La recensione Forever dub di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-10-28 00:00:00
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