Ricordate “Dal tramonto all’alba”, pellicola partorita dalle insane menti di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez? Agli sfortunati che non l’hanno ancora visto sarà utile sapere che si tratta di un lungometraggio autenticamente folle, folle nella sua fulminea metamorfosi da film thriller ad eccitante e grottesca opera horror.
Altrettanto radicale è la trasformazione che si consuma nel disco degli Oh Verlaine, con tempi diversi, certo, (in “Dal tramonto all’alba” il cambiamento avviene a metà film, in “La sibilla ama gli scacchi” nei primi solchi) ma con un effetto egualmente intenso e penetrante.
Un forte senso di straniamento, quindi, che si manifesta già in “Autunno”, brano introduttivo che, all’improvviso, sulla scia della possente voce di Alberto Antoniazzi esplode in un ritmica vibrante e passionale squarciando l’atmosfera trasognata ed onirica effusa nelle prime note.
Ma non è solo nella canzone di apertura che gli Oh Verlaine riescono a sorprendere e disorientare. Anche nel resto dell’album, infatti, c’è un continuo, sapiente gioco di luci ed ombre, un’altalena sonora che oscilla tra noise, spunti cantautorali, melodia, rock chitarristico ed inserti cacofonici.
Il tutto a comporre un album squisitamente piacevole: maestoso nelle sue passionali sonorità, nel suo delizioso lirismo e nel potere evocativo di brani come “Di conforto”, “Il problema di Claudia” e la già citata “Autunno” (“Ti ricordi la balena che ti rubava il sonno…” “Ti ricordi la falena che ti infettava il cuore…”).
Complimenti agli Oh Verlaine, dunque, e al loro saper ibridare con gusto e personalità stilemi diversi e al modo con cui hanno recepito alcuni dei migliori prodotti del recente rock italiano (questi ragazzi sembrano aver mandato a memoria la musica di Marlene Kuntz, Timoria, Afterhours, Diaframma)… mi auguro proprio di sentire ancora parlare di loro.
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La recensione La sibilla ama gli scacchi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-10-23 00:00:00
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