Sperimentazione e curiosità creativa per una band che tratta il suono con rispetto e cura di esso. Un sound sofisticato e particolare che colpisce.
I Droptimes sono una band che non ha paura di scostarsi da ciò che succede intorno a noi, a livello di panorama musicale. La sperimentazione qui non fa paura, ma anzi si parte proprio da questa per trovare una formula sonora particolare, efficace e piacevole. Ma attenzione, non ci troviamo di fronte alla sperimentazione viscerale che spesso sfocia in soluzioni poco comprensibili e molto particolari, piuttosto di una più sofisticata maniera di trattare il suono, con rispetto e cura di esso.
Tutti i suoni uno dopo l'altro vanno a creare tappeti intricati che d’improvviso cambiano il proprio aspetto, esplodendo prepotentemente ("Infinite”), e si entra in territori evocativi e avvolgenti come un abbraccio sicuro accompagnato da nuance morbide (“Smells like of pure”), o ancora possiamo apprezzare il semplice poggiarsi su di un pianoforte ben saldo, con il sax che entra in scena inaspettatamente con il suo tocco sofisticato (“From above”).
Talvolta i pattern sonori diventano più industrial, ma mai troppo spigolosi (“Floating”), altre volte si fanno stratificati (“The Alarm”), destreggiandosi fra spazi sonori ampi e in continua crescita (“Sky horse”). Con "Sounds of the Universe" si respira creatività e voglia di testare altri territori rispetto ai più vagliati di oggi, senza però spingersi troppo oltre e rischiare di scivolare in capitomboli fatali. C’è molta ambizione sonora (“Dangerous mind”) e risulta difficile incamerare la band in un preciso e definito genere, non tanto per la loro complessità –che anzi non viene percepita come pesantezza- quanto per la loro capacità di spaziare in diverse sonorità, che trovano la loro quadra con naturalezza e in modo automatico (“Something beautiful”).
I Droptimes meriterebbero tutta l’attenzione possibile, ché per un disco così c’è solo che da complimentarsi e i curiosi musicali saranno felici di poter sviscerare questo album come più preferiscono.
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La recensione Sounds of the universe di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-12-12 00:00:00
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