‘Laboratorio di generi’ è forse la formula più adatta per definire l’album d’esordio della Banda dei Falsari, ensemble che nel curriculum vanta collaborazioni con Tetes De Bois, Avion Travel e Teresa de Sio.
È infatti un laboratorio di suoni quello che si trova nei 40’ trascinanti, densi e pastosi che, al termine dell’ascolto, ti lasciano un buon sapore. Poca retorica e testi carichi - quindi - che vanno dritti a colpire quello che vogliono colpire, per un totale di dodici tracce caratterizzate dai ritmi più vari, da quelli in levare al folk nudo, conditi da romanità a profusione.
Si comincia da “Lettera dal centro del cuore” che apre il racconto: “Prova a restare seduto sul fondo e dimmi il freddo che fa…”. Canzoni come “Alla renella”, uno sguardo sul mondo in formato Regina Coeli, scritte col cuore. C’è spazio anche per la leggerezza di “Quanto basta” così come per lo sguardo profondo di “Dall’alto”, dedicato alla guerra civile nell’ex Jugoslavia. Coinvolgenti ritmi in “Un esploratore alla corte della regina di Spagna” con la voce di Sonia Commentucci. Struggente ed elegantissima “Il sogno di Icaro” con il featuring di Francesco Di Giacomo (storica voce del Banco del Mutuo Soccorso), così come saporitamente rockeggiante é“Angeli ribelli”.
Quando suonare con fisarmonica e concertina sembra essere diventata una moda per la frequenza di gruppi che si danno al folk, la Banda dei Falsari riscopre il genere senza ripetizioni e con un timbro che va ben oltre la singola definizione di folk, contaminato, sviluppato con discrezione e allo stesso tempo con infinita energia ed eleganza (le voci femminili, ad esempio, sono ricami sulla musica della band).
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