Un percorso attraverso le mille culture balcaniche che riesce a non concedersi alla banalità, mostrando un potenziale tutto da scoprire.
Non lasciatevi ingannare dal titolo e dalle prime tracce di "Balkan Trip". Abbandonate l'idea di un disco già sentito e strasentito zeppo di atmosfere balcaniche danzerecce totalmente fuori contesto. Fatelo sul serio perché, superate le prime due canzoni il disco inizia a farsi interessante per davvero, ed entrare in sintonia con il "balkan trip" di questa band salentina vien subito da sé. Non un viaggio attraverso sonorità fatte di fiati e ritmi a velocità crescente fino all'esplosione quindi, ma un lungo e articolato insieme di musiche che vanno dal jazz al r'n'b, al funky, all'elettronica.
Quello dei VudZ è un percorso attraverso quei Balcani sporchi e straordinariamente arricchiti dal meltin' pot di culture che nel corso dei secoli hanno ospitato e che tuttora ospitano, senza dimenticare che la loro terra di origine è però un po' più spostata verso occidente, ed ecco quindi spiegata la folta presenza nel disco di musiche di origine più nostrana. L'accenno di folk balcanico nella prima parte del disco viene rapidamente raggiunto dall'r'n'b di "Bubble" e dallo squisito jazz al pianoforte di "The Bridge". I ritmi balcanici ritornano prepotenti in "Gambling" e successivamente in "Hora" ma fungono bene da intermezzo a separare i momenti dell'album, più che diventarne i protagonisti. In "No Trust" prima e in "Breakfast Groove" poi, i suoni si fanno più cupi e grevi, alternando parti funk ad altre che paiono avvicinarsi ad un prog elettronico. C'è pure spazio poi per un po' di ska-reggae in "Blakey", ma è con Sorcery, sul finire del disco, che i VudZ si giocano la loro carta migliore: pianoforte e fiati accompagnano l'egregia voce di Neffa in un brano da cantare, da ballare e da imparare a memoria.
C'è da dire che tutti questi generi mescolati con tante contaminazioni in un disco di 11 canzoni finiscono con lo spiazzare l'ascoltatore, che si trova un album sì molto vario, ma anche abbastanza confuso e imperfetto. I VudZ sono però bravi a legare assieme un brano all'altro e a tenere il filo conduttore del loro viaggio sempre in bella evidenza, mostrando con forza le loro buone potenzialità.
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La recensione Balkan Trip di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-11-03 00:00:00
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