Non è facile approcciarsi alla musica con un metodo sistemico, razionale e al contempo emotivo, sia in fase di ascolto che in quella compositiva, ma nei 17 minuti di "Cymatic" ci avviciniamo notevolmente a questa esperienza. La cimatica è quella teoria che si impegna a dimostrare la morfogenetica delle onde sonore, e gli Ornaments, oltre a dedicare un brano al fisico-musicista Ernst Chladni, sembrano proprio aver preso per mano la matematica accompagnandola verso quell’universo di pathos che solamente le sonorità più vicine alla drone e tutto quel filone musicale con il suffisso “post” riescono a evocare.
L’ep si apre con una traccia ispirata alla dea della neve Chione, una composizione dai tratti lattiginosi, avvolta da una fredda nebbia invernale, dove si insinua la voce della capace polistrumentista Lili Refrain; dalla cupa aggressività iniziale ci perdiamo progressivamente in quello che un’eco riverberato, come una frazione di eterea libertà tra i solidi riff iniziali e conclusivi. La stessa solidità la ritroviamo anche nell’apertura di "Chlandi", un brano la cui l’emotività viene conferita dalla sfumatura di intensità strumentale, ma dove l’aspetto compositivo più razionale spicca su tutto, preciso, geometrico, capace di dare un senso compiuto al tema di fondo dell’ep. Un lavoro musicale, impreziosito dal mastering di Noah Landis dei Neurosis, che al di là della cinematica e di una approccio sinestetico riesce ad avere una forma definita oltre l’ambito sonoro quasi tangibile nello spazio.
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