Registrato con His Clancyness in cabina di regia, l'esordio dei Qlowski è aria buona che entra nei polmoni
Affacciarsi alla finestra per respirare forte l’odore di settembre, del caldo che va via per lasciare spazio a progetti nuovi, ai fallimenti ciclici e beffardi che ci trasciniamo dietro come trofei da esibire per dire che, almeno, ci abbiamo provato. E, nonostante tutto, siamo in piedi, sempre in guerra per ritagliarci uno spazio decente dove custodire i sogni, sentirci più leggeri, o anche più pesanti, comunque presenti e destinati a qualcosa in più che immaginarci eroi in cameretta.
Eliminare il superfluo, concentrarsi sull’obiettivo e camminare con le spalle dritte e lo sguardo fisso alla bellezza: questo è ciò di cui abbiamo bisogno, ed è ciò che questo ep ci regala. Un’attitudine post-punk che calibra suoni asciutti e scarni incrociandoli col sapore pop neozelandese, il noise inteso come apologia di un percorso non battuto, le distorsioni, le illusioni, il Do It Yourself. Registrato su un 4 piste a nastro da Jonathan Clancy e Nico Pasquini (His Clancyness), l’esordio dei Qlowski è aria buona che entra nei polmoni, è l’esatto momento in cui ti senti distrutto ma sai che ce la puoi ancora fare, e questi quattro ragazzi hanno qualcosa che li porterà lontano: perché c’è così tanta sincerità in quello che fanno che pure certi rimandi al passato, filtrati attraverso la loro personalità, diventano un quadro originale e convincente. Bravi davvero.
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La recensione Ep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-09-07 10:00:00
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