Sono donne e oltre alle gambe c’è di più. La Female Trouble Band fa il suo esordio discografico con un ep di quattro tracce dal gusto squisitamente retrò ma con una visione complessiva contemporanea e pop.
Partendo dalle radici, c’è dentro l’Elvis e gli anni d’oro della Sun Records, la chitarra di Chuck Berry, il sound percussivo di Bo Diddley, le armonie vocali dei gruppi femminili dei primi sixties ed, in filigrana, un’anima travagliata e bluesy che riconduce tutto il lavoro alle rielaborazioni del sound black che proposero Patti Smith o anche, almeno come attitudine, i Cramps.
Ma non è un album di rock’n’roll revival né le sue atmosfere sono quelle tipiche delle polverose campagne del Tennessee: al contrario, la band canta, con ironia e leggerezza, la vita urbana e l’oggi, la città, il pub, l’hangover, la sensualità, la scopata facile, il trucco sfatto da alcol e lacrime, la frenesia e gli errori di cui ci si accorge sempre troppo tardi. Per questi motivi il disco scorre veloce e denso, come la realtà odierna.
Una bella scoperta ed un piacevole ascolto: attendiamo incuriositi sviluppi nella carriera del gruppo.
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