Un'opera prescindibile che tenta di ibridare trip-hop, glitch e cantautorato ma che nulla aggiunge durante l'esperienza d'ascolto.
Attivi sulla scena da circa 3 lustri, i romani Bon.Not non sono stati particolarmente prolifici. "Tre" è il loro terzo episodio, pubblicato esattamente a 10 anni dal debutto sulle scene; in mezzo un ep del 2009 e null'altro, per un ruolino di marcia che da queste parti sicuramente apprezziamo molto.
Siamo invece molto più tiepidi per quanto riguarda questa raccolta di canzoni. Non che ci sia chissà cosa di cui lamentarsi, trattandosi di composizioni che rispettano tutti i crismi di un ipotetico "Manuale del bravo musicista". Il problema risiede nella totale mancanza di ispirazione, quasi che la band si sia affidata esclusivamente al mestiere - magari in maniera del tutto inconsapevole. Voglio dire: apprezzabile il tentativo di ibridare trip-hop, glitch e cantautorato in una proposta a suo modo originale, però bisogna avere anche qualcosa da dire, tanto nella forma quanto nella sostanza.
Questi 7 brani non sono quanto ci si potesse immaginare leggendo sia la descrizione della loro formula ("[...] Abbiamo rubato ciò che c’è di buono dall’hip-hop come dalla techno, abbiamo nelle orecchie il bass sound e nel cuore la storia italiana delle Posse. Rimane dentro di noi un crepuscolarismo cantautoriale che si fa trip-hop"), sia rispetto a quanto avevano scritto i colleghi in passato. Dirò di più, a livello compositivo sembrano quasi provini, come se si trattasse di idee in nuce senza aver affrontato un passaggio a livello di produzione artistica. Forse solo di fronte all'ascolto de "La preda" e di "Ruberemo" sembra palesarsi una sorta di senso compiuto, ma per il resto la sensazione rimane quella descritta poc'anzi.
In definitiva un'opera prescindibile, che nulla aggiunge durante l'esperienza d'ascolto.
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La recensione TRE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-08 00:00:00
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