Bizzarro questo lavoro dei Pleasure, come i dipinti (dei pittori amici della band piemontese) che si trovano raffigurati in miniatura (sono tantissimi, più di 100!!!) nel creativo libretto che fa parte del cd. Dieci tracce che si condensano brevemente in circa ventinove minuti, che si colorano di melodie e ritmi diversi, difficilmente inseribili in un’etichetta definita. Un disco suonato bene, che non lascia dubbi sulla bravura dei 7 o 8 componenti della band, che risulta in fin dei conti piacevole, specie per l’intrusione gradita di viole e violini. Felice anche l’apporto di organo, flauti, tromba e sinth (credo di aver individuato gli strumenti). Buono quando a dominare è la musica e non il cantato (ora in italiano rispetto ai lavori precedenti), che a volte è di troppo e in alcuni momenti altera il tutto. Un gruppo che vuole rompere gli schemi dei generi, costruendo un ridente crossover: rock, funky, di natura capricciosa e disarticolata. “Misteri e tamburi” si racconta con vivacità ma anche con un pizzico di malinconia. Un’arcana litania è la prima pennellata di Edison che si tinge pian piano di sfumature diverse: un approccio ironico che si trasforma con repentini cambi. Scanzonato Mr Bubu ma non totalmente convincente; voci e risate di bambini che si mescolano a pizzicate di chitarra, spunti digitali e una lontana melodia in “Macero”; “Le pastiglie” sono 35 secondi di musica vagamente disco. Mestamente affascinante “Settembre”, intrisa dagli spasmi nostalgici dei violini che accarezzano una danza rock struggente che si innalza fino a diventare più determinata e irruente. Un lamento matura mentre i violini diventano più decisi, le chitarre più sgangherate, i fiati più corposi. Cousteau potrebbe accostarsi ad un pezzo post rock, una ballata d’altri tempi che come sempre nasconde una variante, che il cantato corrompe un po’ quando cresce di tono. Camurgher è una dolce nenia mentre con Pleistescion si ritorna a percorrere la strada dell’umorismo, con suoni più netti ed vigorosi di matrice funky, con una batteria possente da rock robusto, sinth efficaci e il divertente canto delle galline in sottofondo. Sciascia è un’altra traccia multisfaccettata. Anche qui come nella prima si sente un minimo accenno alle stramberie dei Mr Bungle, mentre “Chitarra” è una deliziosa postilla finale.
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La recensione Misteri&Tamburi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-11-07 00:00:00
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