Mini cd di esordio per gli 'A67, band campana dedita ad una mistura intrigante, sebbene non nuova: ritmiche rap / hip hop nel cantato, toni funk rock nel suono.
Cinque brani: tre composizioni originali alle quali si aggiungono una breve ripresa de 'Il camorrista' di Nicola Piovani, e una riproposizione dell'ormai 'classico' 'Don Raffaè' di De Andrè.
Il progetto, curato dalla Polosud, non nasconde di puntare alto: basti scorrere il lungo elenco degli ospiti, trai quali spicca Daniele Sepe.
Al termine degli ascolti l'obiettivo va molto vicino all'essere centrato in pieno, merito di un produzione più che discreta, che traduce bene la sapida amalgama dei suoni, a partire dal calore della sezione ritmica fino allo spessore dei fiati.
Sotto il profilo lirico / testuale, prevale come detto l'influenza rap - hip hop: qua e là vengono in mente gli AK 47 (un'assonanza che va oltre quella onomastica); i testi, naturalmente duri, procedono in una climax che partendo dagli individui abbandonati dallo Stato passano a parlare dei 'contesti' (la periferia di ''A67'), e alla 'realtà' nel suo complesso ('Jesus').
Le cover, infine: quella de 'Il camorrista' si riduce a poco più di un intro per la successiva 'Don Raffaè'. affrontata con rispetto ma senza paura (del resto, è un brano ormai entrato in una sorta di 'patrimonio collettivo' della canzone d'autore italiana contemporanea). Un 'esame' superato, se non col massimo dei voti, almeno con una piena sufficienza. Non resta che aspettare la prova sulla lunga durata, di prossima uscita.
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-11-07 00:00:00
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