Dal 24 settembre al prossimo 8 gennaio al Palazzo Diamanti di Ferrara ci sarà la mostra "Orlando furioso 500 anni -Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi". A mezzo millennio esatto dalla prima edizione de "L'Orlando Furioso" i due curatori, Guido Beltramini e Adolfo Tura, hanno realizzato un percorso attraverso il mondo che Ludovico Ariosto aveva davanti ai suoi occhi nel momento della realizzazione dell'opera. A questo tipo di immaginario, al contempo sognante eppure concretissimo, dove la follia è tanto letteraria quanto provata sulla propria pelle, pare agganciarci perfettamente Daniele Celona in questo suo "Dalla Guerra Alla Luna", ep registrato live al Diavolo Rosso di Asti lo scorso 15 aprile, in occasione di Indi(e)Avolato, una delle rassegne più importanti a livello italiano di musica alternativa.
E che l'occasione fosse particolarmente speciale lo si comprende sin dall'attacco della prima canzone, "Amantide": un arpeggio di chitarra pulito e celestiale, accompagnato poi, in un crescendo dal grande pathos e impatto emozionale, da un testo poetico e ispirato. Daniele Celona, quasi omaggiando lo storico locale che prende il nome dalla celeberrima canzone di Paolo Conte e che per sedici anni è stato un vero e proprio baluardo della cultura piemontese (purtroppo è chiuso da maggio 2016), realizza un pezzo di rabbia e d'amore, con una qualità di scrittura altissima: "Lo so, lo so che sopravviverò/ Ma non oggi/ Lo so, lo so che è solo un attimo, ma che Dio mi bruci così/ E vaffanculo alla mie mani che non ti ricordano più/ e vaffanculo ai miei polmoni che non ti respirano più/ Lo so, lo so che sopravviverò. Ma non oggi" canta appunto in "Amantide".
Ma l'ep continua con "V per Settembre", dove Celona ritorna a temi a lui particolarmente "cari", la fine dell'amore, il cominciare a declinare dei sentimenti, rendendo questa materia oscura e magmatica, chiara e limpida come una fonte d'alta montagna. Il cantautore di Torino, con origini mezze sarde e mezze siciliane, tuttavia non è soltanto attento alle parole. Proprio in "V per Settembre" l'intarsio musicale, con tanto di fiati, violoncelli e un'attitudine da reale "animale da palcoscenico", vengono fuori con prepotenza. Insomma dimenticatevi la classica figura del cantautorino di provincia abbarbicato alla sua chitarra, in perenne crisi e lotta (per lo più sempre persa) contro il mondo intero. Daniele Celona non è un ragazzo alle prime armi, bensì un uomo fatto e finito, con tutte le sue ferite e le sue cicatrici, che si porta dietro come un vestito elegante. Queste ferite e queste cicatrici gli permettono di scrivere strofe che non lasciano certamente indifferenti, proprio come in "V per Settembre": "Era per me, era di più/ del primo buio di Settembre, che tutto si prende/ Era per me, era di più/ della vendetta di Settembre, che tutto mi prende".
Forse però la vera perla dell'intero ep è la quinta traccia, "Luna". Come del resto tutte le canzoni di "Dalla guerra alla Luna", anche questo pezzo è accompagnato da un gustoso video, registrato in larga misura il giorno stesso del concerto al Diavolo Rosso. Nel video si può ammirare perfettamente l'invidiabile qualità sia dell'esecuzione vocale di Daniele Celona sia di quella musicale della band. Con un inizio à la Bon Iver e alcuni momenti quasi da band grunge di Seattle, l'ultima data dell' "Amantide Tour" ha certificato lo status di Celona nella musica attuale: un autore completo, in grado di raccontare l'amore e la fine di esso. Proprio come in un viaggio immaginario, uno di quelli alla Jules Verne (il cui romanzo, "Dalla Terra alla Luna", ha grandamente ispirato lo stesso ep) o alla, giustappunto, Ariosto stesso, non conta credere che sia possibile oppure no: basta chiudere gli occhi, lasciarsi trascinare dal sogno e spiccare il volo alla ricerca dell'unico "pianeta che non avevo contro/ il piccolo mondo che eri tu per me".
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