Lo sfondo nero lo si nota di sicuro. Delle linee in prospettiva anche. Sì, la copertina di "From Where?" è nei disegni monocratica di un celeste un po' verdino, ma, alla fine, almeno un occhio che sta lì ad osservare è presente in entrambi.
Dal punto di vista (guarda caso) della copertina, di fatto, il padre del primo ep degli Overlogic è "Rave Tapes", album ingombrante nella carriera dei Mogwai.
Incuriositi dunque dall'artwork, non resta che approfondire il confronto e soprattutto l'ascolto di questo ep del duo bolognese.
Si parte con il ricordo di alcune memorie. In "Memories, Remains (Intro)", si capisce che sarà utilizzato il mezzo essenziale della musica elettronica per dare forma a questi reperti di immagini mentali. Il concetto di base di questa raccolta è quindi veramente molto simile ai rave tapes simulati dalla band scozzese. L'unica differenza è che i Mogwai si erano armati di un poco più rock, gli Overlogic, invece, di tanta elettronica ma l'obiettivo è sempre lo stesso: descrivere una visione, reale o immaginaria come in questo caso. Quella di "From Where?" ha come sfondo l'energia e l'alienazione legata al viaggio cosmico. Le linee intrecciate e distorte della copertina, la voce robotica di "The Beginning" ed un synth ridondante sono l'inizio del cammino della mente, cammino dove il flusso d'aria è paragonato alla luce elettrica ("Air Flow is Electric Light") ed il concetto di energia è esplicitato dal pezzo tendente all'eurodance "Energy", affrancato anche da un leggero drum & bass. Nella successiva movimenta "Entertainment Inc." il folgore dei ricordi prende forma tramite del dubstep accompagnato dalla batteria di Emanuele Orsini. Si tratta della sensazione mentale raggiunta prima di passare dai pressi del pianeta Plutone. In "Hello Pluton", la ritmica lenta del pezzo, unita ad un cantato dal timbro profondo sembra rispondere alla domanda posta dal titolo dell'album. Il where richiesto si colloca ai confini del nostro sistema solare con la voglia finale di riuscire ad assistere da quelle remote parti, come gli occhi delle due copertine, all'orizzonte di un'alba lontana e poterla descrivere con un sintetizzatore.
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