Un ep elettro pop intimo, piacevole al limite dell’ambient. Un ascolto interessante e senza eccessi e frivole sbavature.
A chi non sarebbe piaciuto sdraiarsi sul lettino dello psicanalista più famoso al mondo, vederlo prendere dalla sua scatola preferita uno dei suoi proverbiali sigari e sentirsi dire: “Prego, mi racconti il suo sogno”. In sottofondo una musica, ammaliante, fatta di loop, glicth e delay che proiettano subito in un mondo ovattato, dai contorni sfumati, che poco c'entra con la seconda metà dell’ottocento, ma che invece suona maledettamente contemporaneo.
Si tratta del suono dei Freudbox e del loro ep "Us": elettro pop intimo quasi segreto, con tendenze ambient molto forti, che rallentano e dilatano le canzoni facendo perdere i punti di riferimento. Ogni canzone avvolge e ricopre di sensazioni calde ma sintetiche, un artificio melanconico e un po’ sognante, come la voce sottile e agre che sporadicamente ti raggiunge. L’aspetto interessante dell’ep è sicuramente la voglia e il tentativo di unire in ogni brano l’attenzione alla melodia a un’impostazione dei brani volta alla sovrapposizione e stratificazione dei suoni. Il mix riesce al 99% e suona bene, anche se non presenta nessuna nuova soluzione. Ciò che manca è il guizzo che colpisca, che scuota l’animo e faccia drizzare le orecchie, in favore di una scorrevolezza facile e piacevole.
"Always" e "Ceiling" sono i brani più morbidi, dai toni bassi e rotondi che creano il tappeto su cui si muove la melodia in loop. Potrebbero quasi essere un unico pezzo ambient.
"Us" si muove sempre in questo senso ma il piano e la batteria più incisivi donano movimento e un po’ di verve. Le prime timide scosse arrivano dall’intromissione di una chitarra che cerca spazio (e lo ottiene) in "Bedsick", rompendo l'omogenità dei suoni, così come succede nel finale post rock di "Leave My Head".
"Us" è un ep che si ascolta bene e senza saltare alcuna traccia, ma che ancora fallisce nel lasciare quel leggero batticuore tipico dei grandi ascolti. Senza dubbio i Freudbox sono una formazione giovane, con buone intuizioni e buone attitudini che hanno bisogno di lavorare, consolidare e provare qualcosa di più coraggioso.
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La recensione Us di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-10-04 00:00:00
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