Quattro etichette in collaborazione per questo digipack limitato a 1000 copie con l’esordio degli Inferno, quintetto romano dedito ad uno sci-fi rock’n’roll (sic) che ibrida furia HC e trovate sghembe. Il paragone più immediato è quello con gli statunitensi The Locust, ma anche altri nomi più o meno celebri fanno capolino, dai Boredoms ai Ruins.
Come per la piaga americana, anche qui si assiste ad un parto malato di grindcore ed elettronica, campionamenti e chitarre. La parte post-HC è più vicina all’attitudine strutturata degli svedesi Refused che alle convulse performance giapponesi nel genere, ma suggerimenti vengono anche da altre muse, come in “Lowest common detonator”, con un sax reminiscente dei grandissimi Naked City e una seconda voce in growl mutuata dal metal più ruspante (Undertakers).
Apertura mentale, ironia, voglia di sperimentare, capacità. Tutte carte vincenti.
La proposta è ben congegnata e messa in pratica, la produzione di livello, le tracce interessanti e cariche. La fusione in particolare tra l’ottima elettronica e la strumentazione rock classica è perfetta, ed il disco non stanca neanche dopo ascolti ripetuti, come invece capita per certe frustate grind. Anzi, cresce strada facendo, scoprendo man mano le sue carte.
Il topolino col teschio in copertina, i titoli deliranti, i testi cartooneschi, i campioni variegati, le schegge blues, ambient, folk, lo-fi, la bellissima “In heaven”…
Ne avete bisogno, dovete avere questo disco. Credetemi.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.