I ravennati The Blue Cantina propongono un rock vitaminico ed energetico, da party band. Il loro difetto principale è che le canzoni sono troppo lunghe. Già, perché per il resto questo cd va inquadrato per quello che è: una serie di oneste canzoni confezionate senza nessun altra pretesa che quella di divertire. Il che significa niente di nuovo: ma se uno il niente di nuovo se lo prefigge come scopo, non si può mica fargliene una colpa. Così il cd scorre esibendo i suoi riferimenti festaioli: si inizia con “The Bunny”, che sembra opera di Huey Lewis & the news e cita nell’inciso “I was made to lovin’ you”, il pezzo disco dei Kiss. Si prosegue con “My Mary Jane”, che in omaggio al titolo ostenta un’intro con tanto di sitar psichedelico: poi, un riff tra Deep Purple e Steppenwolf, e via a finire su una strofa da Smash mouth. Proprio la band statunitense pare essere il riferimento principe dei The Blue Cantina. Poche le variazioni: un flautino lounge su “Eat the summer hits”, un po’ di blues su “Mr. Producer”. Invece “Inelegant” comincia dance elettronica e prosegue latina alla Santana. “Lost & found” mostra l’altra grande influenza dei The Blue Cantina: il classic rock anni 70. Giudizio finale? Operina senza infamia e senza lode, ottima testimonianza promozionale per una band da festa. Che non guasta mica, eh!
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La recensione The Blue Cantina di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-11-09 00:00:00
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