The Weak è un esempio di alt-country coi fiocchi. The Giant Undertow riesce, in otto brani, a farsi spazio fra i grandi del suo genere
"The Weak" è il disco realizzato da The Giant Undertow nell'inverno del 2015, scritto lentamente e studiato nei minimi dettagli. Le atmosfere che evocano questi otto brani sono quelle tipiche dell'alternative country.
Il disco si apre col brano "Lone": quattro minuti di cupezza e atmosfere dark impeziosite dalla voce di The Giant Undertow, al secolo Lorenzo Mazzilli. L'artista padovano, conscio di avere un timbro vocale indiscutibilmente bello, lavora con la sua voce e senza troppi virtusismi piazza, una dopo l'altra, otto canzoni con altrettante storie, tutte diverse, che non puoi fare a meno di ascoltare.
Il disco prosegue con "The battle of wine", il pezzo è una ballata folk che, se solo Tarantino non avesse affidato la colonna sonora di "The Hateful Eight" a Ennio Morricone, avrebbe potuto tranquillamente accompagnare una delle infinite cavalcate di Samuel L. Jackson.
Le influenze di Tom Waits e Johnny Cash sono abbastanza evidenti ma non trascendono mai. Non si tratta mai di plagio o emulazione. Questi rimangono nell'aria e ci mostrano quanto, in realtà, The Giant Undertow abbia appreso la lezione e l'abbia trasportata nel suo mondo.
Un mondo fatto da piccole chitarre restaurate, sigarette e, probabilmente, un bel po' di vino.
Il disco vola verso la conclusione con il brano "Where is my bedroom": una chitarra leggermente distorta, una ritmica che sembra data da delle catene che sbattono a ritmo sul pavimento come se a cantare fosse un prigioniero. I fumi dell'alcol, qui, annebbiano la vista e rendono ancora più ipnotica l'intensità della voce di Lorenzo Mazzilli.
Si chiude con un po' di rock, nell'ultimo brano intitolato "Dance in a bone". Qui risuonano un po' gli Smiths di "Please Please Please Let Me Get What I Want" ma è solo un dolce retrogusto a cui la mente corre velo senza perdere l'attenzione sull'originalità del brano di The Giant Undertow.
Lorenzo Mazzilli con questo disco è riuscito a costruire delle storie intense, mai ripetitive e che onorano alla grande l'alt-country americano.
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La recensione The Weak di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-12-05 00:00:00
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