La rapper salernitana convince con questo Malament, nonostante l'impressione lasciata sia di poter chiedere "qualcosa in più"
"Malament" si apre con il brano che dà titolo al progetto e si dimostra sin da subito una chiara definizione d'intenti: "Me chiam' malament' ij nun m'allament, rint' a vita s'adda strignere i rent'".
Pupetta si dimostra più volte grintosa, nonostante il nome indichi una certa fragilità. "Polvere e gelo" è tra i brani più significativi del disco: un ritornello azzeccatissimo che ci permette di apprezzare la voce della rapper e una frase, lucidissima, che permette di cogliere la drammaticità di certi luoghi. "Rosso di sera / qui non si spera" è il distico che racconta la disillusione salernitana.
La resistenza al vivere seguendo regole già stabilite, un certo egotripping, la malinconia di brani come "Paura di me (non di te)" compongono la seconda parte del disco; questa è spesso rappato in italiano e risulta altrettanto espressiva, oltre che ben più fruibile.
Sonoricamente coeso, senza strizzar l'occhio a nessuna tendenza musicale particolare, "Malament" ci permette di apprezzare Pupetta per la credibilità e per la voce, vero punto forte nei ritornelli e nelle strofe, oltre che per una scrittura che mostra delle potenzialità.
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La recensione Malament di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-10-25 00:00:00
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