“Fish out of water” è un esperimento, un ep fuori dalle acque del già ascoltato, come una persona catapultata in un contesto in cui si trova paurosamente fuori luogo, ma in cui nuota felice godendo della propria libertà. I due brani dell’ep dimostrano la voglia di distinguersi, elogiano l’originalità, l’assenza di compromessi nei confronti di una forma-canzone di successo, di qualunque genere sia. “Fish out of water” è un pesce fuor d’acqua nel senso che non accetta etichette e fa dell’originalità il suo punto di forza, soprattutto se rapportato al contesto italiano sempre un po’ ostile alle novità. SHESAID guarda all’estero: si vede nella scelta della lingua dei testi (in inglese) e nelle scelte musicali, poco esplorate in territorio italiano.
“Organo song” si apre con un loop semplice e artificiale, la voce di Eleonora Stolfi ci si stende sopra con delicatezza ed attenzione, senza strafare. La parte strumentale è fondamentale, si arricchisce di archi, di soste e ripartenze. Le scelte e lo stile ricordano Anna Calvi o PJ Harvey, con le dovute e nette distanze. Ancora più martellante ed energica è “Whispers”, dove la voce alterna urla a sussurri e parallelamente la musica oscilla tra frenate e accelerazioni.
Non grideremo comunque al capolavoro, perché rimane, per ora, troppo povero, solo un esperimento culminato in due brani ben fatti. Se SHESAID avrà ancora qualcosa da dire, sa già come farlo, e noi saremo qui ad ascoltarla.
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