Tra dancehall e new root, il reggae di Chisco porta le vibrazioni del salento in Toscana. Non male, ma si potrebbe osare di più.
Fanatici del one drop e già distrutti per la fine dell’estate? “Ital” di Chisco è probabilmente l’album che fa al caso vostro. L’ex cantante dei Working Vibes si è messo alla prova con un disco interamente in italiano, scegliendo uno stile a metà strada da dancehall e new root, tematiche leggere e un pizzico di immancabile critica sociale.
Se in canzoni come “Il vento” traspare la rabbia dell’autore verso le piaghe della società italiana (vedi ‘cervelli in fuga’ o trentenni ancora in cerca di lavoro) è comunque l’umore da sound system sulle spiagge salentine a prevalere. Nonostante le vibrazioni siano quelle, il duetto con Alessandro Giobbi ci tiene però a sottolineare con orgoglio e leggerezza come il cantante in realtà sia un toscano doc.
Toscana o Salento che sia, “Party We Seh” con Francisca e, in particolare, il featuring su “Fino all’ultimo” con Terron Fabio dei Sud Sound System, delineano la cornice ideale del reggae-party così come immaginato da Chisco, in bilico tra atmosfere da club, reggae e world music.
Anche se il disco scorre abbastanza facilmente, complici le melodie facili e le sonorità estive, l’atmosfera festosa di “Ital” è in più punti guastata da una rima banale di troppo (“Nelle nostre mani”, “Vita mia”) o un paio di pezzi riempitivi e senza carattere, quasi da babydance (come “Italian Women”). “Ital”, in sostanza, farà sicuramente felici molti amanti del genere, ma non è un disco che osa e corre il rischio di essere dimenticato alla svelta. Qualche sforzo in più dal punto di vista della songwriting, in questo senso, aiuterà senz’altro a centrare l’obiettivo.
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La recensione ITAL di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-09-30 00:00:00
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