Un viaggio sorprendente tra sonorità variopinte e arrangiamenti minimali
Dopo una serie di collaborazioni di un certo pregio, come quella con la Med Free Orkestra e con l’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti, fino alla più recente, in qualità di backing-vocalist, con Francesco De Gregori per l'album “Amore e Furto", Sara Jane Ceccarelli dà alle stampe il suo album d’esordio, un lavoro poliglotto, non solo per l’utilizzo di più lingue (inglese, italiano e spagnolo) ma anche e soprattutto per il ricorso e la fusione di più linguaggi musicali.
"Colors - Story of a girl who wanted to record an album” è, infatti, è un disco composto da dieci tracce che spaziano tra sonorità molto diverse e riflettono le svariate anime della musicista italo-canadese, dunque, la sua voglia, quasi una necessità, di abbattere le barriere stilistiche.
In “Colors” si passa dall’elettronica con gli accenti noise di “Only Me (and who doesn’t bother me)” e gli innesti rock del singolo estratto “Rescue Yourself”, al folk della bella e un po’ mistica “Be Human” passando per il jazz della traccia che dà il titolo all’album fino a omaggiare il cantautorato italiano con il brano di chiusura “Ho un buco nel cuore”, delicato come una carezza sul viso prima di addormentarsi. Nel mezzo c’è spazio per “Winter Lady”, un omaggio, oggi ancora più sentito, a Leonard Cohen, che, impreziosito dalla voce di Andrea Satta dei Têtes de Bois, assomiglia a una piuma bianca volteggiante nei cieli tersi del nord.
Un disco pieno di sorprese, ben suonato, con arrangiamenti minimali e ben fatti e con una sufficiente dose di spiritualità, ma non destinato ad un pubblico qualunque perché l’intento della musicista è quello di dipingere la sua vasta gamma di colori, non di ammiccare al suo pubblico, intento che può celare, a tratti, l’insidia di disorientare l’ascoltatore.
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La recensione “COLORS - Story of a girl who wanted to record an album” di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-11-14 10:00:00
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