“Non ce la farai, sono feroci come bestie selvagge” è il grido di un profeta, di una voce che vuole mettere in guardia i suoi simili, di un guerriero capace di lottare ma che, forse, ha assaporato il gusto amaro della sconfitta.
“Non ce la farai, sono feroci come bestie selvagge” è il grido di un profeta, di una voce che vuole mettere in guardia i suoi simili, di un guerriero capace di lottare ma che, forse, ha assaporato il gusto amaro della sconfitta.
Ma pensare che Cabeki (al secolo Andrea Faccioli) sia l'autore di queste parole sembra impossibile. Un curriculum vitae straripante di collaborazioni importanti (Le luci della centrale elettrica, Baustelle, Cisco dei MCR), un affermato talento di polimorfe capacità creative e una raffinata destrezza nell'uso di un non-genere musicale fanno pensare a tutt'altro che a una disfatta.
L'ultimo album del polistrumentista veronese è infatti un viaggio che ha inizio nel paesaggio ancestrale di un “Disgelo”, e che non ha nessuna paura di indagare crepe, vette e panorami che, nonostante l'offuscata presenza di ”Umanità”, sanno restituire il sapore selvatico di un mondo nuovo. Non si tratta della calma dopo una tempesta o del raggiungimento di un punto di arrivo ma di una consapevole ricerca di chi ha deciso di rialzarsi e di continuare a percorrere la propria strada.
E i passeggeri di questa avventura siamo noi, ubriachi e storditi da quel flusso incessante di parole vuote che ogni giorno la frenesia ci sbatte addosso. “Non ce la farai, sono feroci come bestie selvagge” profuma di genesi, di armonie fiere capaci di comunicare un'ideale senza parlare. Invita a prendersi il proprio tempo a fermarsi e a lasciarsi trasportare. Varie forme di cordofoni, di percussioni, di fiati fino ad arrivare a strumenti di invenzione propria (come l'arpa battente) sono le armi con cui Cabeki ha deciso di combattere una guerra necessaria contro il qualunquismo musicale.
E non voglia essere la nostra una smodata celebrazione di chi ha deciso di cantare fuori dal coro ma un modo per condividere la fatica e l'esito di una fuga.
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La recensione Non ce la farai, sono feroci come bestie selvagge di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-11-18 10:00:00
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