Una scommessa del "made in Italy" da supportare con spiccato spirito nazionalistico.
Denis The Night & The Panic Party: con un nome del genere verrebbe da pensare ad una band la cui origine sia da ricondurre all'inventiva di Terry Gilliam. L'ex Monty Python in realtà nulla ha a che vedere con questo progetto tutto italiano che prende vita in quel di Fano nel 2014 e solo oggi esordisce con un album vero e proprio - cosa che, di questi tempi, è il vero fattore sorpresa, vista e considerata la fregola che caratterizza il percorso di artisti e band nel presentarsi sul mercato.
Non solo: il progetto in questione ha - molto chiaramente - un orizzonte di pubblico più ampio di quanto si possa immaginare. Non è casuale che all'estero "Cosmic youth" sia un prodotto marchiato Wall of Sound, un vanto che pochissimi altri possono permettersi e che rappresenta una sorta di certificato del loro essere eclettici.
Nelle 10 tracce che compogono il disco c'è davvero di tutto, un'infinità di influenze alla quale si fatica a trovare una definizione; il terzetto identifica la propria formula come "electr-psichedelia" ovvero "una realtà parallela in cui shoegaze, dream-pop ed elettronica compongono landscape virtuali e muri di suono". Elementi che ci sono tutti, in percentuale diversa a seconda delle canzoni: dai Depeche Mode agli Arcade Fire ("Androgynous love"), dai Klaxons ("Bodyguard") ai Friendly Fires ("Panic party"), dai Primal Scream ("The underdog") ai nostrani Be Forest ("You could be my home"), dai New Order ("Lorraine") a Moby ("Ricky B ton"), dai The Rapture ("Cosmic youth") ai Nine Inch Nails ("Udu"), dai Front 242 ("How long will be now") ai Suicide. E così all'infinito, se si potesse, perché la gioventù cosmica cannibalizza tutto ciò che trova nei paraggi, andando anche a ritroso di 40 anni, per digerirlo e risputarlo sotto forma di un prelibato boccone.
Non mi aspetto (purtroppo) facciano sfracelli in patria, pur avendo almeno 3 singoli di notevole impatto e, soprattutto, una credibilità guadagnata all'estero sui palcoscenici e non su riviste patinate (che, perché no, arriveranno). Spero ovviamente di sbagliarmi, perché l'album merita ed è a tutti gli effetti una scommessa del "made in Italy" da supportare con spiccato spirito nazionalistico.
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La recensione Cosmic Youth di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-10-18 10:00:00
COMMENTI (4)
@antonella.lavini buona mi pare anche riduttivo. ;)
@BitRider spacciamo solo roba buona :)!
@BitRider tantissima roba!
E questi dove li tenevate nascosti??? Che album!